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Artisti
CONFERENZA DEL LUNEDI’ PRESSO L’ASSOCIAZIONE PAOLO BORSA (Via E. Borsa, 45, Monza)
Lunedì 6 marzo 2017 si è tenuta la prima conferenza –incontro‐con‐artista presso la nuova sede dell’Associazione Paolo Borsa.
L’artista invitato, Mario De Leo, vive a Monza, lo Studio “ Perlarte” a Lissone.
De Leo ha presentato se stesso in modo conciso ma molto significativo, con sfumature vagamente autoironiche, definendosi un “Pugliese del Nord” (zona di Bari, rispetto alla zona di Lecce). Nativo di Ruvo di Puglia (1944), ha avuto una preparazione un poco travagliata (3 anni come disegnatore di cartoni animati, tre anni come disegnatore pubblicitario ) e uno spirito ribelle, tanto che si onora d’essere autodidatta.
Ancora giovane si è trasferito in Lombardia (Brianza) dove si è inserito attivamente nell’ambiente artistico milanese, sia come autore di opere figurative che, soprattutto, come cantante‐suonatore (chitarra)‐ compositore di canzoni popolari in dialetto pugliese. De Leo e suoi intraprendenti amici si sono riuniti come movimento (anni ’80) prima attorno alla rivista Osaon, poi alla Harta. Per loro un vero artista non si limita all’arte figurativa, ma spazia dall’arte musicale e alla letteratura; sta di fatto scrivendo un libro di cui ha letto diversi passaggi ,dai quali è emersa anche una sua attitudine al recupero dello “scarto” e la sua continua ricerca : l’artista deve dare indicazioni alla società.
De Leo, si è presentato prima come artista figurativo con una carrellata di tutte le sue fasi principali: ritratti (Figlio, Manzù, Pasolini ecc.), “Figure Amazzoniche”, “Grigi o macchine silenti”, “Paesaggi sonori”, “Punti ascensionali”, “Circuiti estatici”, “Lettera cosmica”, denominazioni fantasiose, spesso di gusto neo futurista.
Il Primo olio di gusto scolastico, realizzato a 16/17 anni: in un ambiente silenzioso, vagamente metafisico, un bambino mano‐nella‐mano della mamma, visti di spalle, e avviati in un ambiente agricolo innevato verso l’orizzonte lontano. Nell’opera sono già presenti i segni che diventeranno “archetipi” nel futuro dell’artista. Commentando il quadro l’artista ha affermato “mia madre aveva capito fin da allora che ero diverso” !? Con un linguaggio denso, figurativo e provocatorio ha tenuto vivo l’interesse dei presenti e ha provocato diverse domande alle quali ha risposto con pazienza e competenza.
Serve evidenziare che ha vissuto diverse fasi espressive, dalla tradizionale ad un pittura “piatta” quasi grafica, fino alla fase attuale, nella quale la sua “tavolozza” si è arricchita di componenti soprattutto meccanico‐elettronici recuperati nelle sue ricerche tra gli scarti della produzione industriale.
Due elementi figurativi, li potremmo definire “archetipi”, ricorrono spesso nei suoi lavori: “la figura del cono” , sinonimo di elevazione verso l’infinito e il cosmo , e le linee‐punti‐componenti ceramici dei circuiti stampati che lo richiamano alla natura ( lo stagno si assimila alla brina).
Con le sue ultime opere ha ricevuto premi e riconoscimenti anche internazionali. Per sua ammissione, non è ben accetto nel circuito dei critici e dei galleristi, un poco chic, in compenso è apprezzato dai piccoli e medi imprenditori in Brianza.
Il prossimo artista presentato in Associazione sarà un amico e collega di De Leo: Max Marra.
Fonte: http://www.asspaoloborsa.it/incontri-con-artisti.html

Mario De Leo suona “Zinnannà” allo Spazio Tadini, Milano